Mentre ascolto Rachmaninoff, mi viene in mente.
Lui si, proprio lui. Ma ormai non mi viene in mente solo ascoltando canzoni soggettivamente tristi e appaganti. Ormai mi viene in mente anche se non lo penso.
Vorrei in qualche modo dirgli:
– Hei, guarda, ho una società quotata a Londra, vorresti lavorare per me?
Si, sogna, caro Sebastian, sogna. Non ho nè una società, nè un briciolo di voglia di crearmi un futuro.
Aspetto con ansia il mio ritorno in prima linea al lavoro.
Quando fissi le lancette dell’orologio e sembrano girare più in fretta del previsto hai due opzioni:
– Stai vivendo per inerzia
– Sei malato.
Fumo quasi due pacchetti di sigarette al giorno, mi addormento alle sei di mattina e mi sveglio alle cinque di sera; esco, compro le sigarette, due chiacchiere e di nuovo a casa.
Una variante di questi giorni così ricchi di entusiasmo è non dormire affatto, stendersi sul letto alle sei di mattina a guardare scontri politici e notiziari del mattino e guardare con stupore che è già sorto il sole.
E vorresti dormire, ma sai che ormai è già tardi, e se dovessi addormentarti, ti sveglieresti troppo tardi per fare ciò che volevi fare.
Un vicolo cieco, una noia mortale e un’inutilità della persona chiamata Angelo.
Alcune volte, mi alzo dalla sedia e dei flashforward mi mettono davanti al fatto compiuto.
“La morte è quello che di cotanta speme oggi m’avanza”.
Delle visioni di teoria della morte assurde, e delle menzogne riferite ad altre menzogne.
Mi dispiace, nella vita non si può avere tutto ciò che si vuole, men che meno una persona. Una persona non si può “avere” o “ricevere”, ma se proprio è parte della tua vita, nonostante la lontananza, l’inimicizia, e ormai la rassegnazione al destino, la terrai in fondo al cuore; immaginandolo come un paradiso Dantesco, alla fine c’è quella persona. Una sola persona che ti fa spalancare la bocca dallo stupore e ti fa battere il cuore come mai non è capitato.
In effetti,  è tutto da verificare. Ma per me è così. Non parlo di amore, non parlo di voler bene ad una persona, ma di necessità di sopravvivenza al solo pensiero di quella persona. Sopravvivenza, si, non riesco più a vivere senza quel pensiero, quelle immagini che ho vissuto. Ogni cosa che ho fatto la rifarei mille volte, anche se, molto spesso, ho sbagliato.
No, non arriverei mai alla morte per lui, anche perché se lo venisse a sapere (forse) si sentirebbe in colpa. E se in caso dovesse succedere ritornerei per picchiarlo a sangue per fargli capire che lui è una persona speciale. Penso e spero che per tutti quelli che ha affianco sia un motivo di forza, stima, coraggio, classe e buon senso.
Anche lui ha i difetti, non c’è dubbio, ma riesce sempre a far prevalere i pregi.
Ogni post dedicato a lui, da cinque anni a questa parte è chiuso con : “Spero che stia bene, spero che si viva la vita serenamente, spero che non viva la vita che sto vivendo io”, beh, penso che chiuderò sempre così, perché è un invito, una speranza che prima o poi capirà cos’è per me. Non leggerà mai questo blog, nè tanto meno mi scriverà mai di sua spontanea volontà, e sono altrettanto sicuro che qualcuno gli avrà parlato di come sto e di come mi sento. Bene, non posso avere rimorsi, non devo avere rimorsi di coscienza. Ho fatto tutto in buona fede, ho cercato di essere il vero e puro Angelo. Oltre questo non ho potuto fare all’epoca, e adesso, effettivamente non ci sto mettendo tutta la forza per cambiare stile di vita.
Forse dovrei veramente conoscere una persona e crearmi una famiglia, togliermi dalla mente ogni cosa e provare a laurearmi, a prendere un posto di lavoro e cercare di far passare gli anni come queste notti insonni e così veloci.
Ho ventidue (ormai) anni, ventidue fottuti anni. Devo pensarci, devo riflettere su come cambiare il mio stile di vita.
Dovrei seguire il consiglio di tanti, mettiti su una sedia, prendi un foglio bianco e scrivi cosa ti piacerebbe cambiare della tua vita e quali obiettivi vuoi raggiungere, quali sogni vuoi realizzare.
Sinceramente parlando, non ho una lista ben definita di priorità, ogni giorno potrebbero cambiare di posizione, e sicuramente finirei per disattendere la prospettiva e la speranza che qualcosa cambi.
Vorrei essere tutto e vorrei essere me stesso. Questa ricerca estenuante di essere migliore degli altri e di sapere di più degli altri mi fa logorare. Non è mai semplice, ogni giorno combatti su qualcosa che non sai, e se becchi la persona sbagliata, sappi che ti classificherà come inetto, inutile, imbecille, sciatto e permaloso.
Parole al vento, però è il mio mondo. Le parole sono il mio mondo, senza di esse non saprei come vivere, ogni secondo mi passano per la testa miliardi di parole che vorrei scrivere; ci ho provato, ma il risultato è stato veramente un gran caos.
Ecco, dopo tanti mesi che non scrivevo nulla, mi sono sfogato. Ho vomitato parole, di getto, e sicuramente senza nessuna logica grammaticale. Ma va bene così. Continuerò a disperarmi, a leggere tutto ciò che dice quella persona dal paradiso del mio cuore.
Mi dispiaccio e mi scuso da solo se non sono la persona che credevo di essere, e se non c’è rimedio a questo dolore.
E’ come una malattia rara genetica, me la porterò fino alla morte. (E chissà se, nel punto di non ritorno, la Signora Morte voglia sentire tutte queste inutili sciocchezze di amore, non amore, pacifismo, fratellanza, solitudine; forse troppo abusate dal sottoscritto.
Sono soddisfatto per ciò che ho scritto, me lo rileggerò fumando una sigaretta con un bicchiere di vino a fianco.
Buona notte a te.

Questo articolo è stato postato sabato, 8 Marzo, 2014 ed è sotto questa categoria: Amore, Cuor Malato, Dispotismo, Escrescenze sociali, Vita.
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