Postato da: Sebastiano lunedì 23 Gennaio 2017 alle ore 18:29:28

Da qualche mese a questa parte mi sento smarrito.
Ho affrontato per giorni, notti e giorni, la vita di un personaggio. Mi sono messo nei suoi panni, ho immaginato di essere i suoi occhi, le sue mani, i suoi pensieri.
Credetemi, è stato più che terribile, ma purtroppo questo spirito, non mi ha mai permesso di entrare al 100% nel suo corpo, nella sua mente. Sempre con un piccolo distacco forzato, ho cercato di comprendere, capire e addormentarmi, il perché avesse fatto tutto ciò che ha vissuto.
Josef Mengele, l’Angelo della Morte, Her Doktor, il Capitano SS di un famoso campo di concentramento nazista.
Non mi capacitavo dell’idea che nessuno dei sette miliardi di persone esistenti avesse pensato a mettersi dietro di lui e cercare di capire cosa può dare di buono alle personalità. Tutti gli sono contro, e lo saranno sempre. È altrettanto ovvio questo comportamento, nessuno è qui per dire che ciò che ha fatto è giusto, ma io sono qui per chiedermi solo il perché. Ambizione? Disturbo della personalità? Sadismo? Sì, sicuramente una o tutte queste descriverebbero a pieno la personalità di tale non umana persona, ma c’è qualcosa che ci sfugge, quel solco, quella voragine che tanto spesso non viene considerata da nessuno.
Ho letto tutti i possibili libri, visto documentari, commentato tra me e me i vari esperimenti scientifici, per lo più inutili e sadici, commessi a danno di bambini, donne e uomini.
Cos’è che ci sfugge quando parliamo di Mengele? Quale insegnamento possiamo trovare (positivo) da una non umana persona come lui.
Mi sono sentito dire, sovente, che costui è stato un fallito per l’umanità. Ha commesso dei crimini inutili, dove nessuno studio ha mai concluso. Una vita volta al fallimento.
È questa la chiave? L’importanza della vita per non dedicarsi mai ad un possibile fallimento. Non cercare mai di fallire.
Sì, è la strada giusta, forse è proprio questa la chiave per prendere qualcosa di buono da Mengele: Il fallimento.

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Postato da: Sebastiano sabato 8 Marzo 2014 alle ore 03:11:11

Mentre ascolto Rachmaninoff, mi viene in mente.
Lui si, proprio lui. Ma ormai non mi viene in mente solo ascoltando canzoni soggettivamente tristi e appaganti. Ormai mi viene in mente anche se non lo penso.
Vorrei in qualche modo dirgli:
– Hei, guarda, ho una società quotata a Londra, vorresti lavorare per me?
Si, sogna, caro Sebastian, sogna. Non ho nè una società, nè un briciolo di voglia di crearmi un futuro.
Aspetto con ansia il mio ritorno in prima linea al lavoro.
Quando fissi le lancette dell’orologio e sembrano girare più in fretta del previsto hai due opzioni:
– Stai vivendo per inerzia
– Sei malato.
Fumo quasi due pacchetti di sigarette al giorno, mi addormento alle sei di mattina e mi sveglio alle cinque di sera; esco, compro le sigarette, due chiacchiere e di nuovo a casa.
Una variante di questi giorni così ricchi di entusiasmo è non dormire affatto, stendersi sul letto alle sei di mattina a guardare scontri politici e notiziari del mattino e guardare con stupore che è già sorto il sole.
E vorresti dormire, ma sai che ormai è già tardi, e se dovessi addormentarti, ti sveglieresti troppo tardi per fare ciò che volevi fare.
Un vicolo cieco, una noia mortale e un’inutilità della persona chiamata Angelo.
Alcune volte, mi alzo dalla sedia e dei flashforward mi mettono davanti al fatto compiuto.
“La morte è quello che di cotanta speme oggi m’avanza”.
Delle visioni di teoria della morte assurde, e delle menzogne riferite ad altre menzogne.
Mi dispiace, nella vita non si può avere tutto ciò che si vuole, men che meno una persona. Una persona non si può “avere” o “ricevere”, ma se proprio è parte della tua vita, nonostante la lontananza, l’inimicizia, e ormai la rassegnazione al destino, la terrai in fondo al cuore; immaginandolo come un paradiso Dantesco, alla fine c’è quella persona. Una sola persona che ti fa spalancare la bocca dallo stupore e ti fa battere il cuore come mai non è capitato.
In effetti,  è tutto da verificare. Ma per me è così. Non parlo di amore, non parlo di voler bene ad una persona, ma di necessità di sopravvivenza al solo pensiero di quella persona. Sopravvivenza, si, non riesco più a vivere senza quel pensiero, quelle immagini che ho vissuto. Ogni cosa che ho fatto la rifarei mille volte, anche se, molto spesso, ho sbagliato.
No, non arriverei mai alla morte per lui, anche perché se lo venisse a sapere (forse) si sentirebbe in colpa. E se in caso dovesse succedere ritornerei per picchiarlo a sangue per fargli capire che lui è una persona speciale. Penso e spero che per tutti quelli che ha affianco sia un motivo di forza, stima, coraggio, classe e buon senso.
Anche lui ha i difetti, non c’è dubbio, ma riesce sempre a far prevalere i pregi.
Ogni post dedicato a lui, da cinque anni a questa parte è chiuso con : “Spero che stia bene, spero che si viva la vita serenamente, spero che non viva la vita che sto vivendo io”, beh, penso che chiuderò sempre così, perché è un invito, una speranza che prima o poi capirà cos’è per me. Non leggerà mai questo blog, nè tanto meno mi scriverà mai di sua spontanea volontà, e sono altrettanto sicuro che qualcuno gli avrà parlato di come sto e di come mi sento. Bene, non posso avere rimorsi, non devo avere rimorsi di coscienza. Ho fatto tutto in buona fede, ho cercato di essere il vero e puro Angelo. Oltre questo non ho potuto fare all’epoca, e adesso, effettivamente non ci sto mettendo tutta la forza per cambiare stile di vita.
Forse dovrei veramente conoscere una persona e crearmi una famiglia, togliermi dalla mente ogni cosa e provare a laurearmi, a prendere un posto di lavoro e cercare di far passare gli anni come queste notti insonni e così veloci.
Ho ventidue (ormai) anni, ventidue fottuti anni. Devo pensarci, devo riflettere su come cambiare il mio stile di vita.
Dovrei seguire il consiglio di tanti, mettiti su una sedia, prendi un foglio bianco e scrivi cosa ti piacerebbe cambiare della tua vita e quali obiettivi vuoi raggiungere, quali sogni vuoi realizzare.
Sinceramente parlando, non ho una lista ben definita di priorità, ogni giorno potrebbero cambiare di posizione, e sicuramente finirei per disattendere la prospettiva e la speranza che qualcosa cambi.
Vorrei essere tutto e vorrei essere me stesso. Questa ricerca estenuante di essere migliore degli altri e di sapere di più degli altri mi fa logorare. Non è mai semplice, ogni giorno combatti su qualcosa che non sai, e se becchi la persona sbagliata, sappi che ti classificherà come inetto, inutile, imbecille, sciatto e permaloso.
Parole al vento, però è il mio mondo. Le parole sono il mio mondo, senza di esse non saprei come vivere, ogni secondo mi passano per la testa miliardi di parole che vorrei scrivere; ci ho provato, ma il risultato è stato veramente un gran caos.
Ecco, dopo tanti mesi che non scrivevo nulla, mi sono sfogato. Ho vomitato parole, di getto, e sicuramente senza nessuna logica grammaticale. Ma va bene così. Continuerò a disperarmi, a leggere tutto ciò che dice quella persona dal paradiso del mio cuore.
Mi dispiaccio e mi scuso da solo se non sono la persona che credevo di essere, e se non c’è rimedio a questo dolore.
E’ come una malattia rara genetica, me la porterò fino alla morte. (E chissà se, nel punto di non ritorno, la Signora Morte voglia sentire tutte queste inutili sciocchezze di amore, non amore, pacifismo, fratellanza, solitudine; forse troppo abusate dal sottoscritto.
Sono soddisfatto per ciò che ho scritto, me lo rileggerò fumando una sigaretta con un bicchiere di vino a fianco.
Buona notte a te.

Postato in Amore, Cuor Malato, Dispotismo, Escrescenze sociali, Vita | Commenti disabilitati su Prolessi della non morte, riflettendo sulla non vita
Postato da: Sebastiano sabato 7 Dicembre 2013 alle ore 22:47:51

Lasciami stare, lasciami stare.
Ma non posso lasciarti stare! Lo capisci questo?

Va bene, ho sbagliato a svalutarti. Quella persona è morta davvero, ma è sempre un sentimento falsato.
Che cosa devo dirti? Non lo dico a nessuno. No.
Okei, vuoi che te lo dica? Vuoi strapparmi l’anima? Okei, Ti Voglio Bene.
E ora, puoi anche uccidermi con le tue parole, perché io non mi rifiuterò di starti accanto.
Perfetto, cercherò di non romperti le palle con le mie frasi fatte, però sì, ti Voglio Bene. Capiscilo.
E quando lo capirai sarà troppo tardi per tornare nel passato.

Io non farò mai gli errori del passato, non ti rovinerò la vita come ho già fatto con una sola persona, che ancora oggi cerco di dimenticare. Io ti voglio stare solo accanto.
Oggi è il mio compleanno, dovrei essere felice; invece no. Penso continuamente a te e alle tue inutili frasi da affranto.
Combatti con i tuoi demoni, spaccali, distruggili, sventrali e ruba loro la forza che hai bisogno per sopravvivere.
Una parola sola: Ti Voglio bene.

PS.: Tu non leggerai mai queste righe, ma mi fa bene scriverle, per poterle poi confrontarle in futuro.

Postato in Amore, Cuor Malato, Dispotismo, Escrescenze sociali, Vita | Commenti disabilitati su Le Lacrime fanno paura ai demoni
Postato da: Sebastiano venerdì 6 Dicembre 2013 alle ore 20:39:51

Dedicato a chi è bacato mentalmente.

Non puoi provare dei sentimenti (falsati) se una persona prova a suicidarsi.
Mi sei caduto in basso. Per quanto io provassi un minimo di sentimento per te, adesso non posso più permettermelo.
Non posso circondarmi di persone così superficiali, per quanto gravoso e peccaminoso sia questo ragionamento.
Te ne accorgerai molto presto che tutto ciò è sbagliato.
Mi sono accorto che tu usi il concetto di Amore (che non esiste in questo tempo) a sproposito. Non hai il diritto, non hai la facoltà di percepire un sentimento così che è lungi da quella chimica pura e sensazionale.

Mi dispiace, ma non è così che ti credevo che fossi (o forse speravo che non lo fossi).
Invidia,  Gelosia sono lontane da me, e lo sottolineo.

Io ho ragione, in questo caso ho ragione.
Non ti comporti come un bimbo, ma lo sei.

Postato in Amore, Cuor Malato, Dispotismo, Escrescenze sociali, Vita | Commenti disabilitati su La superficialità del tuo ego è paragonabile ad un tombino
Postato da: Sebastiano giovedì 28 Novembre 2013 alle ore 22:33:31

Ciao,
Non sapevo se scriverti oggi o evitare di rovinarti il compleanno. Sono passati quasi 5 anni da quando abbiamo smesso, da adolescenti quali eravamo, di sentirci.
Ho avuto modo di pensare a quegli anni, di confrontarmi con chi aveva  assistito  a quella “storia” (per quanto virtuale sia stata e sia rimasta tale). Ne ho tratto la conclusione che: nonostante sia diventato restìo a qualunque tipo di relazione virtuale, io sento la tua mancanza.
Purtroppo (o per fortuna) è ormai tardi. Ciò che passato è passato, ora sono costretto a vivere il futuro.
Col tempo pensavo di aver ormai lasciato alle spalle ciò che avevo passato con te, ma mi sbagliavo.  Ora, con questo non voglio in nessun modo essere frainteso: non voglio in nessun modo creare compassione o essere ridicolo (perché sì, mi rendo conto che sia ridicolo tutto ciò), ma voglio capire determinate cose.
So che hai avuto delle relazioni con L. e F., e ancora mi sto chiedendo: cosa hanno in più di me?
Cosa ho fatto per far sì che tu legassi più con loro, che con me. Ma forse questo, è un mio problema.
Vorrei  che mi dicessi cosa pensi di me ora: che sono uno sfigato, che quello che hai passato con me (per quanto sia gravoso e da stolti definire “storia” o “relazione”) sia stato uno sbaglio, ho bisogno di saperlo.
Farò male a elencare tutto ciò che mi ricordo, in quell’ultimo periodo, non lo so.  Mi ricordo le notti che passavo al telefono con te, e al mattino tua nonna che gridava perché non ti svegliavi, mi ricordo quando chiamasti mia madre dicendo “Io amo Angelo”, mi ricordo l’ultima volta che ti vidi su Skype: Piangevi, e dal nervoso (che non ricordo per cosa) quasi tremavi. Forse è quella scena che mi ha fatto stare così male in tutti questi anni.
Non voglio dilungarmi, non voglio in nessun modo ferirti o aprire ferite chiuse da un secolo (anche se lo sto facendo). Voglio solo capire ciò che ho sbagliato, se tutto ciò che ho fatto è stato in qualche modo utile a te, e qui ti scrivo: sì, forse per l’ennesima volta sto sbagliando ancora, ma mi dispiace. Voglio sapere e voglio scusarmi per tutto ciò  che ti ho fatto.  Se dopo questo discorso, lungo e smielato, vorrai non parlarmi e cancellarmi non te ne farò una colpa, vorrà dire che ancora una volta ho sbagliato. Se invece vorrai, in qualche modo rispondermi, sarò felice di vedere ciò che tu mi scriverai, e sarò anche felice di capire ciò che pensi di me, dopo anni.
Non posso non pensare a quegli anni, e ti giuro che ancora oggi mi fanno andare avanti.  Tutto ciò che ho scritto è quello che tenevo dentro da anni. Come è ovvio che sia, dopo queste  parole, tutto riprenderà come prima: tu alla tua vita, io alla mia, ma non mi sarà facile eliminare quei momenti, e per nulla al mondo vorrei riuscirci. Non so se per te è stato un periodo, non so se, dopo anni, tu abbia maturato interessi diversi, perché, lo ammetto, eri troppo giovane (o piccolo) per capire veramente cosa volevi nella vita, e non so se ho fatto bene a dirti determinate cose, e a coinvolgerti in un’adolescenza quasi da dimenticare.
Questo è tutto.

Postato in Amore, Cuor Malato, Dispotismo, Escrescenze sociali, Vita | Commenti disabilitati su Paura di essere ossessionato dal passato
Postato da: Sebastiano mercoledì 11 Settembre 2013 alle ore 09:56:34

Un articolo di transizione, sono straconvinto che questo blog ormai è divinamente sconosciuto, smembrato, affranto e inutile.

Sto precisando in voce che è ormai allo sbando, gli articoli si susseguono lentamente, con nostalgia, con tanta voglia di fare.
Ho voluto scrivere due parole su quell’essere che forse invidio tanto, e che suppongo  non abbia la consapevolezza che esista;
un essere altamente inutile e subdolo, che con i suoi metodi di “comunicazione” incanta il sottoscritto e alcune volte mi fa vomitare.
Certo, non posso giudicare  persone e atti che ho personalmente compiuto nella mia vita, ma è così. Peccherò di presunzione, sono uno snob.
Questo essere così dal fisico scolpito, magrolino, con i capelli a “cresta”, continua a stupirmi giorno dopo giorno (in senso negativo).
Ma Mondieu, come si fa ad essere tanto inutili al mondo?
Io ho una seduzione della conoscenza pari all’infinito,  lui ha una seduzione della lussuria che va ben oltre.
Per carità, vorrei capire se tutto quello che sono io al momento è giusto.
E’ giusto essere “diversi” dalla massa, ascoltando musica che ti fa venire la depressione, vestendomi come un vecchio pensionato, ascoltando musica classica tutta la giornata, piangendo dei miei insuccessi?
E’ giusto che mi ponga delle domande in merito alla mia vita, vissuta da persona inutile (e forse è il caso di precisare che la mia vita è inutile).
Avere un mondo di amici e di nemici, passare il tempo in Discoteca e farsi fare dei complimenti. Questo è ciò che conta nella vita?
Io non so quanto mi potrò spingere oltre a fare questi “atti”. Non è nel mio stile, non è nel mio subconscio.
Ho smesso di pensare ad una mia vita sociale legata a quello che sono; ora la mia vita sociale deve spingermi a cercare opportunità.  La domanda è: opportunista? No, solo voglia di evadere, voglia di sentirmi potente.
Basterebbe solo una cosa nella mia vita: Serenità. Cosa che non c’è, nonostante il mio cercare estenuante in situazioni pericolose (alle volte), e ben definite da una sola frase: Angelo, hai solo ventuno anni.
Solo? Man mano che passa il tempo, mi rendo conto che le cose che ho avuto non le ha mai avute nessuno. Io sono nel mio corpo, nessuno ha passato un’infanzia così pessima e allo stesso tempo bellissima.
Internet è la risposta. Internet continuerà a farmi sorridere, piangere, e gridare se necessario.
Che questi occhi blu possano sorridere a qualcuno prima o poi, prima di svanire senza aver detto una parola a nessuno.
La paura concentrata nello svanire in solitudine è alta. Purtroppo non posso biasimare chi mi dice: Sei brutto, sei inutile, sei tu.
Una cosa voglio dire a queste persone: Non rimpiango nulla della mia vita di “peccatore”, ma se verrà quel giorno in cui starò per morire e sarò stato una pessima persona, sarà solo per colpa vostra, per la vostra sfacciataggine fatta di insulti e colpe.
Che Dio mi perdoni per tutto quello che faccio e farò, perchè forse, solo lui può farmi capire la bellezza della vita che sto vivendo, iniziando dalla sigaretta alla musica di Bach e alla voce di Carmelo Bene, De Andrè, Tenco e Battiato.
Mi sono costruito una cultura su di essi, e non la rimpiango, forse mi ha aiutato in tutto e per tutto. Mi farà sollevare da terra nei momenti in cui tutto è perduto, e invece di scavarmi la fossa,, piantare un albero e curarlo fintanto mi sarà possibile.
Ho preso troppi impegni, e spero di mantenerli, ma sono solo vane parole.
Possa la mia mano non tremare quando verrà quel giorno in cui potrò vendicarmi delle persone che non ho avuto a genio. Possa Dio conciliare questa oscenità di sentimento chiamata odio, che nella mia mente non esiste e non esisterà.
E’ veramente troppo bella questa vita, come la vivo io. Con i miei difetti, con il mio carattere, con il mio temperamento; con i miei amati Cantautori. E con il mio futuro pianoforte (se mai ci sarà).
Sembrerà una preghiera a Dio, ma non lo è. E’ solo una preghiera a me stesso e a quell’individuo così meschino. Spero possa avere il meglio dalla vita.
E’ solo un capitolo, la vita è destinata a cambiare, evolversi e spero che fra anni e anni, mi ritroverò a leggere questi articoli così deprimenti, e di farmi una risata davanti al mio pianoforte.
Ricordo: Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me. Non devi fare qualcosa perchè ti è imposto da qualcuno, ma perchè sai che la devi fare.

Postato in Amore, Cuor Malato, Dispotismo, Escrescenze sociali, Vita | Commenti disabilitati su Conciliazione tra vita e morte: Bach è Dio
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